mercoledì 22 ottobre 2014

Il Comportamento Del Cacciatore o Applicazione dell’Etica Venatoria


Con l'avvicinarsi della nuova stagione venatoria è sempre bene parlare del

Comportamento Del Cacciatore o Applicazione dell’Etica Venatoria.

L’ "etica venatoria" si può riassumere in due parole: educazione e buon senso.
Se facciamo nostro questo concetto il più è fatto, perché mettendolo in pratica, ci verrà molto facile mettere in pratica tutta una serie di atteggiamenti/comportamenti che ci faranno essere dei cacciatori educati e ben accetti dai più.
L’etica venatoria trova applicazione pratica:

- Verso di noi
Il singolo cacciatore deve acquisire una mentalità, frutto di riflessione e di onestà, che lo porti ad accettare il dominio della ragione e della necessità di fare delle rinunce. Senza tale preparazione di base il cacciatore avrà difficoltà ad accettare i sacrifici che spesso gli vengono richiesti. Egli deve curare la propria formazione, non unicamente per passare un esame di caccia, ma come bagaglio culturale che lo accompagni in tutta la sua vita di cacciatore. Abituarsi a riflettere prima di agire, usare l’arma con sicurezza, senza spavalderia, timori o paure, quindi:
- carichiamo il fucile solo una volta iniziata la nostra battuta di caccia;
- scarichiamo sempre l'arma quando attraversiamo/guadiamo zone difficoltose come fossi, dirupi, fili spinati,vegetazione molto fitta e soprattutto quando torniamo alla nostra auto;
- evitiamo di usare il fucile come un bastone o con sufficienza;
- non appoggiamo il fucile carico ad alberi, frasche o peggio ancora alla macchina;
- evitiamo di puntare il fucile verso cani, cacciatori o a contadini che lavorano nei propri terreni;
- evitiamo di passare un fucile carico ad un altro cacciatore;
- spariamo solo quando la visuale ci dia la certezza che i cani, le persone, le cose siano fuori dalla
portata del nostro fucile;
- non spariamo mai contro cespugli/siepi/fratte se non sappiamo cosa c’è dall’altra parte;
- non poggiamo mai il fucile sul tettuccio della nostra auto, potremmo facilmente dimenticarlo o
scivolando potrebbe sparare se ancora carico

- Verso la selvaggina
Il cacciatore deve collaborare nell’assicurare alla selvaggina la dovuta protezione, deve astenersi da azioni contrarie alla legge, che possono nuocere alla salvaguardia delle popolazioni degli animali cacciabili e deve rispettare le specie protette. Quando spara al selvatico cerca di colpire mortalmente l’animale evitandogli così ferite che lo facciano soffrire inutilmente. Non tirerà al fagiano in pianta o alla lepre al covo. Saprà rinunciare al tiro anche a un animale cacciabile se ritiene che il capo in questione riveste un valore o è di utilità per gli altri animali del branco o della colonia.

- Verso gli altri cacciatori
Quando incrocia un altro cacciatore o un’altra persona saluta con un "Buongiorno/Buonasera" e si accomiata con un "In bocca al lupo/Arrivederci".
Osserverà le regole della prudenza e della cortesia così da non innescare la reazione degli altri cacciatori, che in alcun modo sono da considerarsi unicamente come dei concorrenti ai quali "soffiare" il selvatico. Sul terreno di caccia rispetterà la precedenze di postazioni già occupate e non intralcerà l’esercizio venatorio altrui.
Non si avvicinerà a cani di altri cacciatori, specialmente se non sono dei nostri compagni di caccia, soprattutto se questi sono in atteggiamento di caccia o in ferma.
Deve tenere presente che non esistono privilegi e che tutti hanno gli stessi diritti e gli stessi doveri.

- Verso terzi
La caccia è esercitata in determinati territori nei quali è dichiarata aperta. Questi luoghi sono frequentati spesso anche da altre persone per svariati motivi: lavorativo, sportivo, di controllo, ecc. Buona parte di queste persone cercano magari solo refrigerio e distensione e possono essere indifferenti o contrarie alla caccia. La presenza del cacciatore alla ricerca della selvaggina può destare moti di simpatia, o di indifferenza, o di avversione. Il comportamento del cacciatore può provocare reazioni con giudizi negativi sulla caccia, se non è conforme a quanto ragionevolmente si può pretendere da lui. Egli deve tenere presente che porta un arma che potrebbe essere causa di un incidente, anche mortale. Egli deve quindi maneggiarla con cura e maestria, dimostrando di essere prudente e sicuro di non mettere in pericolo, né se stesso, né gli altri. Non si possono accettare atteggiamenti spavaldi. Prima di lasciare partire il colpo dovrà essersi assicurato che il campo di tiro sia libero. La prudenza è un’altra qualità indispensabile per il cacciatore. Non va mai dimenticato che ogni giudizio sul cacciatore si riversa immancabilmente su tutto il mondo venatorio quasi sempre con risultati dirompenti.


- Verso le cose di terzi
La licenza di caccia ci dà il diritto di perseguire la selvaggina ma non il diritto di accedere alla proprietà altrui, se espressamente segnalato da cartelli/divieti. Del resto, la legge prevede anche divieti speciali per le zone Z.P.S., S.I.C., Z.R.C., Parchi, Riserve Naturali, etc vietate all’esercizio venatorio. Le coltivazioni sono da rispettare. In particolare non si deve fare bersaglio dei beni di terzi, evitando un vandalismo inutile e dannoso alla causa venatoria. Il comportamento riguardo i beni altrui trova le sue radici in un comportamento corretto del cittadino, frutto di riflessione e di educazione civile. La legge penale ne prevede la repressione specialmente se è presente il dolo.

Consigli di prudenza
Dalle canne del vostro fucile può uscire la morte non solo per il selvatico! .....Siate prudenti!!
Dovete essere al corrente delle date di apertura e mai sparare ad una specie protetta dalla legge.
A parte i momenti in cui entrate in azione di caccia abbiate sempre il fucile aperto e scarico.
Prima di caricare la vostra arma assicuratevi che le canne non siano ostruite da corpi estranei.
Se siete caduto, e ciò può capitare, o se la vostra arma si è conficcata nel terreno, dovete sempre constatare che le canne siano pulite all’interno.
Se spariamo dobbiamo essere assolutamente certi del bersaglio prima di premere il grilletto.
Dunque non sparare a ciò che non si vede perfettamente.
Non puntare mai un’arma, anche se scarica, verso un bersaglio che non si ha l’intenzione di colpire.
Caricare e chiudere il fucile, muovendo il calcio e non le canne, che devono restare costantemente puntate verso il suolo.
Adottate come regola di non utilizzare mai la sicura del vostro fucile, apritelo o scaricatelo; è più sicuro.
Non scavalcate mai un ostacolo, non passate mai attraverso due fili di ferro, non saltate mai un fosso, con un’arma carica in mano. È un modo di fare estremamente pericoloso e può causare gravi incidenti.
Manovrate sempre l’arma come se fosse carica, anche se siete sicurissimi che non lo è. Agite cioè sempre con la massima prudenza.
Ricordate che in casa e in vettura devono esserci solo armi scariche. Meglio ancora: smontate.
Quando un fucile non viene usato deve essere smontato e riposto con cura.
Se ci sono bambini in casa, armi e munizioni non devono mai essere posti le une vicino alle altre, ma sempre in luoghi separati.

Consigli di cortesia
Un po’ di galateo sul terreno di caccia.
Se siamo ospiti in una riserva o in una zona di caccia non abituale, adeguiamoci di buon grado alle usanze/abitudini/tradizioni senza prevaricare i nostri ospiti.
A secondo delle situazioni, del legame di amicizia/rispetto più o meno forte che ci lega ai nostri amici di battuta, decidiamo se cedere la posizione o il capo abbattuto.
Aiutiamo i nostri compagni più anziani o meno prestanti di noi fisicamente, anche cedendo, se il caso, il passo.
Il nostro cane dovrebbe essere ben addestrato al rispetto di altri cacciatori/persone o a non invadere aie e cortili. Se si possiede un femmina in calore non portiamola a caccia o se proprio non possiamo farne a meno cerchiamo posti solitari.
Sul terreno di caccia sparate solo al "vostro" selvatico, cioè a quello che avete scovato e che risulta alla vostra portata.
Se altri stanno sparando, non inserirsi nel loro tiro e non tentiamo di recuperare la selvaggina abbattuta a meno che non ci venga espressamente richiesto. Non abbiamo evidentemente nessun diritto, anche se siamo dei tiratori provetti, di "soffiare" il selvatico al quale stava per tirare un altro cacciatore o che da questi era palesemente scovato e seguito.
Ricordate che la selvaggina appartiene a chi l'abbatte, quindi va restituita a chi l'ha abbattuta.
Non raccogliete un capo di selvaggina abbattuto da altri a meno che non espressamente richiesto.
Se vi capitasse di raccoglierlo, provvedete a consegnarlo a colui o a colei che lo ha abbattuto.
Se il cacciatore che ha abbattuto il selvatico non riesce a recuperarlo offriamo il nostro aiuto e quello del nostro cane per ritrovarla.
Nel caso in cui la selvaggina abbattuta da noi venga recuperata da un altro cacciatore all'atto della restituzione, ringraziamolo caldamente.
Se il nostro cane, o il cane di un altro scova un selvatico che s’invola, o viene per così dire padellato, è buona norma concedere al cane una seconda occasione di ribattuta.
Può capitare che il cane di un altro cacciatore si metta in ferma nel settore che state esplorando. Non avete in nessun caso il diritto di servirvi del cane di cui non siete il padrone. Se il proprietario ha perso di vista il suo cane, anche se segno di scollegamento tra ausiliare e cacciatore, informatelo al più presto.
Non dimenticate che la caccia è esercitata in un ambiente oggetto di protezione ecologica e che la selvaggina ne è parte integrante. Il cacciatore deve perciò essere conscio di questa realtà.
Più la vita della società diventa complessa, più sono le leggi che la regolano è quindi necessario mantenersi aggiornati. La legge è un chiaro indirizzo per il corretto modo di agire e di comportarsi.
Ricordiamoci che cacciamo per il nostro piacere e che l’ostentazione delle prede da noi abbattute spesso indispone gli altri, specialmente se non cacciatori.