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sabato 26 gennaio 2013

Morso di Vipera per Due e Quattro zampe

Premessa: In Italia esistono 4 specie di vipere: - L'aspide o vipera comune (Vipera aspis), la più comune, diffusa su tutto il territorio, tranne in Sardegna. - Il marasso (Vipera berus), frequente nell'Italia settentrionale. - La vipera dell'Orsini (Vipera ursinii), presente solo sull' Appennino Abruzzese ed Umbro-Marchigiano, è la specie più piccola, con una taglia media di circa 40cm . - La vipera dal corno (Vipera ammodytes), presente nell' Italia Nord-orientale




La vipera comune adulta ha una lunghezza media di circa 60 cm (lunghezza massima registrata in Italia 82 cm), il corpo è tozzo e la coda corta. La colorazione e i disegni del corpo sono molto variabili: superiormente può presentarsi da grigia a giallastra da nera a rossastra, con disegni trasversali variamente sviluppati; inferiormente può essere da nera a giallastra, con gola biancastra e coda con apice normalmente giallo o rosso. Questa variabilità nella colorazione, a cui si deve la differenziazione in varie sottospecie, sembra legata all’habitat, all’età, e alla stagione. Il veleno, con cui uccide le sue prede, viene inoculato tramite due denti superiori canalicolati ed in connessione con la ghiandola del veleno, e che a riposo tiene ripiegati nel palato. Il fatto di essere un animale a sangue freddo lo rende dipendente dalle temperature esterne. La temperatura minima che può sopportare è di -2°C ed è capace di muoversi solo se la temperatura esterna è compresa tra i 5°C e i 37°C, necessita comunque di una temperatura di almeno 15°C per attivare la digestione delle prede ingerite. E’ questa dipendenza dalla temperatura esterna che determina in generale il comportamento dei serpenti. Ad aprile-maggio si hanno gli accoppiamenti, il maschio riconosce la presenza di femmine riproduttive da speciali stimoli olfattivi e dopo combattimenti ritualizzati con altri esemplari dello stesso sesso inizia la fase di accoppiamento che dura circa 2-3 ore. I maschi escono dai rifugi invernali in media 15 giorni prima delle femmine, entrambi cercano un luogo soleggiato e passano alcuni giorni a riscaldarsi ai raggi solari. Si tratta di una specie vivipara e le femmine partoriscono mediamente 4-9 piccoli (2-20 come valori estremi) del peso di circa 9 g e lunghi 12-22 cm. I piccoli nascono da metà agosto a ottobre, dopo 3-4 mesi di gestazione e sono perfettamente autosufficienti. La madre dopo il parto o cerca un rifugio per l’inverno oppure, se le condizioni climatiche sono favorevoli, si prepara a un secondo periodo di accoppiamento autunnale. I piccoli di vipera già alla nascita hanno un apparato velenifero funzionante ed un veleno più attivo di quello degli adulti e dopo aver compiuto la prima muta cercano un luogo adatto in cui svernare. Una vipera comune adulta effettua nell’arco di un anno 2-3 mute e non di rado capita di imbattersi nella pelle abbandonata di questo o di altri serpenti. La vipera comune allo stato naturale vive in media 8-9 anni, ma può arrivare anche a 25 se tenuta in cattività, e raggiunge la maturità sessuale dopo il quarto anno il maschio ed al terzo-quarto anno la femmina. La vipera comune si nutre principalmente di piccoli roditori (topi, arvicole) e lucertole e contribuisce attivamente nell’impedire un’esplosione demografica di questi animali. Ha bisogno di mangiare un pasto delle dimensioni di una piccola preda (7-25 g) ogni 4-12 giorni. Questi serpenti velenosi sono piuttosto schivi, temono l'uomo e aggrediscono soltanto per difesa. Premesso che, le vipere non cadono in letargo, non deve meravigliarvi di fare incontri anche in pieno inverno, eventualmente la temperatura bassa ne limita notevolmente i movimenti come pure le attività vitali, ma è certo che è possibile fare incontri sempre, eccetto che a temperature molto prossime od inferiori allo zero. Rispetto ad altri serpenti non velenosi le vipere si distinguono in particolare dalla pupilla, verticale e non rotonda, dalla costituzione breve e tozza, dalla tipica forma triangolareggiante della testa, e non affusolata e appiattita.


Naturalmente, in caso di morso, non è molto facile individuare questi particolari. Il morso della vipera, tuttavia, lascia dei segni evidenti: due piccoli fori che distano circa 1 cm. l'uno dall'altro, i segni lasciati dai denti veleniferi. Talvolta il morso può presentare anche altri segni: oltre ai fori dei denti veleniferi, infatti, possono essere presenti anche dei forellini molto più piccoli lasciati dagli altri denti, molto meno profondi ed evidenti. Il morso di altri serpenti non velenosi, invece, non presenta questi due fori maggiori.

 

ATTENZIONE:
potrebbe capitare che la vipera abbia perso un dente velenifero, oppure che il morso non sia andato a segno completamente e a fondo. In tal caso può essere presente un solo foro del dente velenifero. Mediamente, ma ciò non è sempre vero, la quantità di veleno iniettato con un morso da una vipera non dovrebbe essere mortale per un uomo adulto, anche se tutto dipende da numerose variabili. La media di veleno iniettata dipende infatti dalla vipera, da quanto le sue ghiandole velenifere siano piene, dal modo in cui i denti affondano durante il morso, casuale coincidenza del morso in zone particolarmente vascolarizzate (grossi vasi, quindi quasi direttamente in vena), il morsicato è in un momento di particolarissimo sforzo (frequenza cardiaca elevata e pressione elevata velocizzano notevolmente gli effetti). Inoltre, la reazione al veleno dipende per esempio dalla massa corporea del malcapitato: un bambino è più a rischio di un individuo adulto.

Sintomi:
Il morso è solitamente molto doloroso (nel caso del cane il soggetto ci viene vicino in modo strano, guaendo come per chiedere aiuto, risparmiando l'arto, se sede del morso) e provoca in genere arrossamento, cianosi, gonfiore (nel caso di morsicatura alle narici, al muso o nei pressi della regione faringea l’edema può costituire un serio ostacolo alla respirazione), crampi più o meno acuti. Dopo circa mezz'ora o un'ora, i sintomi sono: cefalea, vertigini, tachicardia, calo di pressione, vomito, diarrea (urine di color cioccolato o caffé sicuramente quasi liquide per emolisi dei globuli rossi e necrosi delle fibrocellule muscolari sede del morso) e shock anafilattico che può condurre anche alla morte. Altra caratteristica spesso non rilevata dai più, è l'odore particolarmente acre emanato dal cane dopo alcune ore dal morso.

Come Intervenire:
In caso di morso di vipera è necessario rallentare la circolazione del sangue con azioni tranquillizzanti ed evitando il più possibile i movimenti. Bisogna chiamare i soccorsi o raggiungere velocemente un ospedale. Contrariamente a quanto diffuso nell'opinione comune è bene NON INCIDERE LA FERITA e NON SUCCHIARE (l'incisione a croce rischia di aumentare il contatto tra il veleno e il sangue o i sistemi linfatici. Praticare eventualmente l’incisione con lama da bisturi tra i due fori del morso a croce di 1-1,5 Cm. di profondità solo se muniti di una siringa con ventosa chiamata tira sangue). La suzione è pericolosissima per il soccorritore: basta una piccola lesione, carie o screpolatura per contrarre il veleno. Spremere la ferita immediatamente dopo il morso, è invece utile per fare uscire la maggior quantità possibile di veleno.

Recenti studi hanno dimostrato che il veleno dei serpenti si trasmette in tempi rapidi soprattutto attraverso il sistema linfatico, mentre soltanto più lentamente si trasmette per via venosa. Per questi motivi si può improvvisare o usare un laccio emostatico, sempre a monte del morso, ma soltanto per bloccare la circolazione linfatica e venosa non quella arteriosa! Il laccio, quindi, non va stretto molto. Ancora più indicata è una fasciatura molto stretta. Nel caso che il morso abbia interessato un braccio o una gamba, per esempio, si può applicare una fasciatura molto stretta a monte della ferita, sino alla fine dell'arto stesso. Per prevenire i fenomeni di intolleranza, di limitare la distruzione dei vasi e dei tessuti e per combattere lo shock, in attesa di arrivare dal Veterinario, è auspicabile avere dietro: cortisonici (Bentelan o Celestine) per uso umano: 2, 3, o 4 fiale di Bentelan (la dose varia in funzione del peso del cane e a seconda se sono da 1,5 o 4 mg) e/o celestone Desashock per uso veterinario(dosaggio da 5 a 15 mg/kg) , somministrabile solo per via endovenosa. Sarebbero a loro volta auspicabili nel nostro zainetto degli analettici circolatori tipo effortil, mycoren per uso umano per sostenere il circolo in caso di cedimento. Poco conosciuto e abbastanza recente , è il prodotto "
", un apparecchio alimentato con comuni pile a 9 volt , con due piccoli elettrodi esterni. I morsi dei serpenti velenosi, come già spiegato in precedenza, generalmente lasciano, sulla parte colpita, due ferite a forellino simmetriche, provocate dai denti veleniferi. Su queste vanno appoggiati gli elettrodi dell'apparecchio, procedendo con una prima scarica. Facendo poi perno su un elettrodo posto su uno dei due fori, si applicano in senso circolare da 3 a 7 scariche. Nella stessa maniera si ripete l'operazione sul secondo foro, in modo da trattare interamente tutta l’area interessata. Se il soggetto colpito viene soccorso con rapidità, la stimolazione elettrica è in grado di ridurre in pochi minuti i sintomi locali (dolore, bruciore, arrossamento, gonfiore) così come le conseguenze del veleno introdotto sotto cute. Ecosave è uno strumento di pronto intervento. Nei casi più seri (persone allergiche o morsi di serpente) dopo il trattamento rivolgersi ad un medico o ad un centro ospedaliero. La validità della tecnica di stimolazione elettrica è stata e continua ad essere oggetto di studi, approfondimenti e sperimentazione da parte di ricercatori americani ed europei. Tra le varie pubblicazioni scientifiche ne ha riferito a più riprese anche l'autorevole rivista medica "The Lancet".

ATTENZIONE:
Ecosave è efficace contro i morsi di vipera, il cui veleno agisce localmente come agente emocitotossico. L'azione di non è efficace contro il veleno neurotossico che viene trasmesso attraverso le fibre nervose, come quello del cobra e di altri animali.

IMPORTANTE:
il trattamento con deve essere effettuato il più tempestivamente possibile. Maggiore è il tempo trascorso dal morso o puntura al trattamento, e progressivamente minore sarà l’efficacia di .
Il siero antivipera:
l'utilizzo del siero antivipera è decisamente sconsigliabile, perché la sua inoculazione richiede la presenza di un medico. Esistono infatti dei rischi di shock anafilattico e di allergie. Per evitare questo inconveniente è necessario un test di inoculazione di una piccolissima quantità di siero per vedere la reazione: operazione che richiederebbe la presenza di un medico e/o di una idonea struttura. Inoltre, bisogna ricordare che il siero va conservato in frigorifero e che si deteriorerebbe facilmente portandolo in giro per alcune ore a temperature più elevate dei 2° - 6°. A meno di non essere completamente isolati e nell'impossibilità di raggiungere un ospedale in tempi ragionevoli è perciò consigliabile cercare di trasportare l'infortunato in ospedale invece di utilizzare il siero.

La prevenzione:
durante le escursioni in montagna o in campagna è consigliabile fare attenzione a dove ci si siede o ci si sdraia, agli indumenti poggiati sull'erba che vanno scossi prima di indossarli nuovamente. I serpenti si annidano spesso tra i sassi che è bene non rimuovere. L'uso di calzettoni e stivali, durante le passeggiate, riduce notevolmente il rischio del morso. Ricordiamo che le vipere temono l'uomo e attaccano solo per difesa. E' perciò buona norma picchiare con un bastone sui sentieri: anche se i serpenti sono sordi, percepiscono le vibrazioni del terreno e si allontanano immediatamente.

ATTENZIONE:
In alcuni manuali di pronto soccorso, a proposito delle vipere, vengono talvolta riportate delle leggende che affondano le loro radici in alcune credenze popolari errate: per esempio che questi animali si arrampichino sugli alberi per partorire, il che sarebbe molto pericoloso perché un eventuale morso potrebbe coinvolgere dei punti molto delicati e critici come per esempio il collo o il capo. Dal punto di vista scientifico queste credenze sono assolutamente prive di fondamento: le vipere non si arrampicano sugli alberi. Tuttavia, in casi piuttosto rari, è possibile che le vipere possono per esempio trovarsi sui rami di alcuni arbusti di altezza poco elevata, quindi è sempre bene fare attenzione.

martedì 29 giugno 2010

Morso di Vipera per Due e Quattro zampe

Premessa:
In Italia esistono 4 specie di vipere:
- L'aspide o vipera comune (Vipera aspis), la più comune, diffusa su tutto il territorio, tranne in Sardegna.
- Il marasso (Vipera berus), frequente nell'Italia settentrionale.
- La vipera dell'Orsini (Vipera ursinii), presente solo sull' Appennino Abruzzese ed Umbro-Marchigiano, è la specie più
piccola, con una taglia media di circa 40cm .
- La vipera dal corno (Vipera ammodytes), presente nell' Italia Nord-orientale

La vipera comune adulta ha una lunghezza media di circa 60 cm (lunghezza massima registrata in Italia 82 cm), il corpo è tozzo e la coda corta. La colorazione e i disegni del corpo sono molto variabili: superiormente può presentarsi da grigia a giallastra da nera a rossastra, con disegni trasversali variamente sviluppati; inferiormente può essere da nera a giallastra, con gola biancastra e coda con apice normalmente giallo o rosso. Questa variabilità nella colorazione, a cui si deve la differenziazione in varie sottospecie, sembra legata all’habitat, all’età, e alla stagione. Il veleno, con cui uccide le sue prede, viene inoculato tramite due denti superiori canalicolati ed in connessione con la ghiandola del veleno, e che a riposo tiene ripiegati nel palato. Il fatto di essere un animale a sangue freddo lo rende dipendente dalle temperature esterne. La temperatura minima che può sopportare è di -2°C ed è capace di muoversi solo se la temperatura esterna è compresa tra i 5°C e i 37°C, necessita comunque di una temperatura di almeno 15°C per attivare la digestione delle prede ingerite. E’ questa dipendenza dalla temperatura esterna che determina in generale il comportamento dei serpenti. Ad aprile-maggio si hanno gli accoppiamenti, il maschio riconosce la presenza di femmine riproduttive da speciali stimoli olfattivi e dopo combattimenti ritualizzati con altri esemplari dello stesso sesso inizia la fase di accoppiamento che dura circa 2-3 ore.
I maschi escono dai rifugi invernali in media 15 giorni prima delle femmine, entrambi cercano un luogo soleggiato e passano alcuni giorni a riscaldarsi ai raggi solari. Si tratta di una specie vivipara e le femmine partoriscono mediamente 4-9 piccoli (2-20 come valori estremi) del peso di circa 9 g e lunghi 12-22 cm. I piccoli nascono da metà agosto a ottobre, dopo 3-4 mesi di gestazione e sono perfettamente autosufficienti. La madre dopo il parto o cerca un rifugio per l’inverno oppure, se le condizioni climatiche sono favorevoli, si prepara a un secondo periodo di accoppiamento autunnale. I piccoli di vipera già alla nascita hanno un apparato velenifero funzionante ed un veleno più attivo di quello degli adulti e dopo aver compiuto la prima muta cercano un luogo adatto in cui svernare.
Una vipera comune adulta effettua nell’arco di un anno 2-3 mute e non di rado capita di imbattersi nella pelle abbandonata di questo o di altri serpenti. La vipera comune allo stato naturale vive in media 8-9 anni, ma può arrivare anche a 25 se tenuta in cattività, e raggiunge la maturità sessuale dopo il quarto anno il maschio ed al terzo-quarto anno la femmina. La vipera comune si nutre principalmente di piccoli roditori (topi, arvicole) e lucertole e contribuisce attivamente nell’impedire un’esplosione demografica di questi animali. Ha bisogno di mangiare un pasto delle dimensioni di una piccola preda (7-25 g) ogni 4-12 giorni.
Questi serpenti velenosi sono piuttosto schivi, temono l'uomo e aggrediscono soltanto per difesa. Premesso che, le vipere non cadono in letargo, non deve meravigliarvi di fare incontri anche in pieno inverno, eventualmente la temperatura bassa ne limita notevolmente i movimenti come pure le attività vitali, ma è certo che è possibile fare incontri sempre, eccetto che a temperature molto prossime od inferiori allo zero.
Rispetto ad altri serpenti non velenosi le vipere si distinguono in particolare dalla pupilla, verticale e non rotonda, dalla costituzione breve e tozza, dalla tipica forma triangolareggiante della testa, e non affusolata e appiattita.



Naturalmente, in caso di morso, non è molto facile individuare questi particolari. Il morso della vipera, tuttavia, lascia dei segni evidenti: due piccoli fori che distano circa 1 cm. l'uno dall'altro, i segni lasciati dai denti veleniferi. Talvolta il morso può presentare anche altri segni: oltre ai fori dei denti veleniferi, infatti, possono essere presenti anche dei forellini molto più piccoli lasciati dagli altri denti, molto meno profondi ed evidenti. Il morso di altri serpenti non velenosi, invece, non presenta questi due fori maggiori.



ATTENZIONE:
potrebbe capitare che la vipera abbia perso un dente velenifero, oppure che il morso non sia andato a segno completamente e a fondo. In tal caso può essere presente un solo foro del dente velenifero. Mediamente, ma ciò non è sempre vero, la quantità di veleno iniettato con un morso da una vipera non dovrebbe essere mortale per un uomo adulto, anche se tutto dipende da numerose variabili. La media di veleno iniettata dipende infatti dalla vipera, da quanto le sue ghiandole velenifere siano piene, dal modo in cui i denti affondano durante il morso, casuale coincidenza del morso in zone particolarmente vascolarizzate (grossi vasi, quindi quasi direttamente in vena), il morsicato è in un momento di particolarissimo sforzo (frequenza cardiaca elevata e pressione elevata velocizzano notevolmente gli effetti).
Inoltre, la reazione al veleno dipende per esempio dalla massa corporea del malcapitato: un bambino è più a rischio di un individuo adulto.

Sintomi:
Il morso è solitamente molto doloroso (nel caso del cane il soggetto ci viene vicino in modo strano, guaendo come per chiedere aiuto, risparmiando l'arto, se sede del morso) e provoca in genere arrossamento, cianosi, gonfiore (nel caso di morsicatura alle narici, al muso o nei pressi della regione faringea l’edema può costituire un serio ostacolo alla respirazione), crampi più o meno acuti. Dopo circa mezz'ora o un'ora, i sintomi sono: cefalea, vertigini, tachicardia, calo di pressione, vomito, diarrea (urine di color cioccolato o caffé sicuramente quasi liquide per emolisi dei globuli rossi e necrosi delle fibrocellule muscolari sede del morso) e shock anafilattico che può condurre anche alla morte. Altra caratteristica spesso non rilevata dai più, è l'odore particolarmente acre emanato dal cane dopo alcune ore dal morso.

Come Intervenire:
In caso di morso di vipera è necessario rallentare la circolazione del sangue con azioni tranquillizzanti ed evitando il più possibile i movimenti. Bisogna chiamare i soccorsi o raggiungere velocemente un ospedale. Contrariamente a quanto diffuso nell'opinione comune è bene NON INCIDERE LA FERITA e NON SUCCHIARE (l'incisione a croce rischia di aumentare il contatto tra il veleno e il sangue o i sistemi linfatici. Praticare eventualmente l’incisione con lama da bisturi tra i due fori del morso a croce di 1-1,5 Cm. di profondità solo se muniti di una siringa con ventosa chiamata tira sangue).
La suzione è pericolosissima per il soccorritore: basta una piccola lesione, carie o screpolatura per contrarre il veleno.
Spremere la ferita immediatamente dopo il morso, è invece utile per fare uscire la maggior quantità possibile di veleno.

Recenti studi hanno dimostrato che il veleno dei serpenti si trasmette in tempi rapidi soprattutto attraverso il sistema linfatico, mentre soltanto più lentamente si trasmette per via venosa. Per questi motivi si può improvvisare o usare un laccio emostatico, sempre a monte del morso, ma soltanto per bloccare la circolazione linfatica e venosa non quella arteriosa! Il laccio, quindi, non va stretto molto. Ancora più indicata è una fasciatura molto stretta. Nel caso che il morso abbia interessato un braccio o una gamba, per esempio, si può applicare una fasciatura molto stretta a monte della ferita, sino alla fine dell'arto stesso. Per prevenire i fenomeni di intolleranza, di limitare la distruzione dei vasi e dei tessuti e per combattere lo shock, in attesa di arrivare dal Veterinario, è auspicabile avere dietro:
cortisonici (Bentelan o Celestine) per uso umano: 2, 3, o 4 fiale di Bentelan (la dose varia in funzione del peso del cane e a seconda se sono da 1,5 o 4 mg) e/o celestone Desashock per uso veterinario(dosaggio da 5 a 15 mg/kg) , somministrabile solo per via endovenosa.
Sarebbero a loro volta auspicabili nel nostro zainetto degli analettici circolatori tipo effortil, mycoren per uso umano per sostenere il circolo in caso di cedimento.

Poco conosciuto e abbastanza recente , è il prodotto , un apparecchio alimentato con comuni pile a 9 volt , con due piccoli eletrodi esterni. I morsi dei serpenti velenosi, come già spiegato in precedenza, generalmente lasciano, sulla parte colpita, due ferite a forellino simmetriche, provocate dai denti veleniferi. Su queste vanno appoggiati gli elettrodi dell'apparecchio, procedendo con una prima scarica. Facendo poi perno su un elettrodo posto su uno dei due fori, si applicano in senso circolare da 3 a 7 scariche. Nella stessa maniera si ripete l'operazione sul secondo foro, in modo da trattare interamente tutta l’area interessata. Se il soggetto colpito viene soccorso con rapidità, la stimolazione elettrica è in grado di ridurre in pochi minuti i sintomi locali (dolore, bruciore, arrossamento, gonfiore) così come le conseguenze del veleno introdotto sotto cute.
Ecosave è uno strumento di pronto intervento. Nei casi più seri (persone allergiche o morsi di serpente) dopo il trattamento rivolgersi ad un medico o ad un centro ospedaliero.
La validità della tecnica di stimolazione elettrica è stata e continua ad essere oggetto di studi, approfondimenti e sperimentazione da parte di ricercatori americani ed europei. Tra le varie pubblicazioni scientifiche ne ha riferito a più riprese anche l'autorevole rivista medica "The Lancet".

ATTENZIONE
Ecosave è efficace contro i morsi di vipera, il cui veleno agisce localmente come agente emocitotossico. L'azione di non è efficace contro il veleno neurotossico che viene trasmesso attraverso le fibre nervose, come quello del cobra e di altri animali.
IMPORTANTE: il trattamento con deve essere effettuato il più tempestivamente possibile. Maggiore è il tempo trascorso dal morso o puntura al trattamento, e progressivamente minore sarà l’efficacia di .
Il siero antivipera:
l'utilizzo del siero antivipera è decisamente sconsigliabile, perché la sua inoculazione richiede la presenza di un medico. Esistono infatti dei rischi di shock anafilattico e di allergie. Per evitare questo inconveniente è necessario un test di inoculazione di una piccolissima quantità di siero per vedere la reazione: operazione che richiederebbe la presenza di un medico e/o di una idonea struttura. Inoltre, bisogna ricordare che il siero va conservato in frigorifero e che si deteriorerebbe facilmente portandolo in giro per alcune ore a temperature più elevate dei 2° - 6°.
A meno di non essere completamente isolati e nell'impossibilità di raggiungere un ospedale in tempi ragionevoli è perciò consigliabile cercare di trasportare l'infortunato in ospedale invece di utilizzare il siero.

La prevenzione:
durante le escursioni in montagna o in campagna è consigliabile fare attenzione a dove ci si siede o ci si sdraia, agli indumenti poggiati sull'erba che vanno scossi prima di indossarli nuovamente.
I serpenti si annidano spesso tra i sassi che è bene non rimuovere.
L'uso di calzettoni e stivali, durante le passeggiate, riduce notevolmente il rischio del morso. Ricordiamo che le vipere temono l'uomo e attaccano solo per difesa. E' perciò buona norma picchiare con un bastone sui sentieri: anche se i serpenti sono sordi, percepiscono le vibrazioni del terreno e si allontanano immediatamente.

ATTENZIONE:
In alcuni manuali di pronto soccorso, a proposito delle vipere, vengono talvolta riportate delle leggende che affondano le loro radici in alcune credenze popolari errate: per esempio che questi animali si arrampichino sugli alberi per partorire, il che sarebbe molto pericoloso perché un eventuale morso potrebbe coinvolgere dei punti molto delicati e critici come per esempio il collo o il capo. Dal punto di vista scientifico queste credenze sono assolutamente prive di fondamento: le vipere non si arrampicano sugli alberi. Tuttavia, in casi piuttosto rari, è possibile che le vipere possono per esempio trovarsi sui rami di alcuni arbusti di altezza poco elevata, quindi è sempre bene fare attenzione.