Spesso un evento fisiologico come la gravidanza isterica ( pseudociesi), viene erroneamente considerato come un evento patologico. Questo è stato dedotto dall’osservazione di alcuni gruppi di canidi selvatici, come le iene e/o licaoni, dove il diritto all’accoppiamento è esclusivo appannaggio delle femmine di rango elevato, quelle stesse femmine che tra gli altri compiti hanno anche quello di procacciare il cibo per tutto il branco. Ecco quindi che durante la loro gestazione, si è osservato, come le altre femmine del gruppo sincronizzino il loro ciclo in modo tale da produrre, a circa quaranta giorni, il latte con cui allatteranno i cuccioli delle femmine dominanti durante le loro battute di caccia. In poche parole viene indotta una vera e propria gravidanza, inesistente a livello fisiologico, per ricreare quelle condizioni adatte a poter "adottare i cuccioli come vere e proprie balie".
Un fenomeno analogo si può riscontrare a volte anche nelle cagne domestiche con un apparato riproduttivo assolutamente sano, mentre non si verificano mai se sono presenti problemi di varia natura o entità a carico di ovaie o utero o se queste abbiano subito una sterilizzazione con asportazione delle ovaie. I sintomi di questa pseudo gravidanza sono vari, tendenti tutti a simulare i comportamenti della femmina dopo il parto ed in allattamento. La cagna si comporta a tutti gli effetti come se avesse una vera e propria cucciolata da allevare: quindi preparerà il “nido”, girerà per la casa con giocattoli e pupazzetti di peluche che simuleranno i cuccioli, potrà a volte mostrarsi più aggressiva (protettiva), soffrirà d’inappetenza o al contrario, di un appetito vorace, potrà avere episodi di vomito e diarrea e soprattutto aumento del volume delle ghiandole mammarie, in special modo i capezzoli più caudali.
La produzione di latte può limitarsi a piccole quantità, oppure essere cospicua e predisporre le ghiandole ad una colonizzazione batterica che prende il nome di mastite e va necessariamente curata con antibiotici.
C’è da dire che le ghiandole mammarie sono dotate di un meccanismo, detto “a feedback”, che permette loro di aumentare la produzione di latte a seguito della stimolazione ricevuta dalla suzione dei cuccioli.
Questo meccanismo, però, le rende sensibili anche alla palpazione continua da parte dei proprietari apprensivi, che in questo caso peggiorano il quadro, protraendo nel tempo la lattazione.
Se detta palpazione non avviene e se la produzione non è eccessiva, le ghiandole tendono ad autoregolarsi ed a cessare la secrezione di latte nell’arco di qualche giorno.
Questo fenomeno è legato ad un’alta concentrazione nel sangue dell’ormone progesterone. Fin qui potrebbe sembrare tutto normale, se non fosse che questa condizione potrebbe predisporre la cagna alla comparsa di tumori della mammella. Da qui la necessità di una terapia della pseudo gravidanza da effettuare in tutti quei casi in cui si rischi una mastite o in quelli nei quali il comportamento della cagna diventi ossessivo e/o intollerabile. La terapia consiste sostanzialmente nell’uso di farmaci (cabergolina, bromocriptina) che limitano la produzione di prolattina (ormone deputato alla produzione del latte). Questi prodotti chimici hanno generalmente un’ottima percentuale di successi, ma è anche vero che non sono scevri da effetti collaterali (vomito) e che questi vanno valutati nell’ottica di un utilizzo di questi farmaci per diversi giorni, ogni sei mesi, per tutta la vita dell’animale.
Questa terapia va aiutata,mettendo in pratica piccoli accorgimenti come:
- rimuovere tutti quegli oggetti che possano risvegliare nell’animale l’istinto materno
- portare fuori la cagna più volte al giorno per allontanarla anche se momentaneamente dall’ambiente familiare
- sollecitare l’animale al movimento anche se dimostra di non averne voglia
- associare sedativi se l’animale è agitato,
- usare spray o unguenti dal gusto sgradevole per evitare i fenomeni di autosuzione
- evitare di palpare/controllare di continuo le mammelle per evitare lo stimolo alla produzione di latte
- non applicare impacchi, caldi o freddi, con l’intento di alleviare la sintomatologia, perché potrebbero soltanto complicare il quadro
Un ultimo consiglio: fidatevi del vostro veterinario, anche quando vi dice che ciò che succede alla vostra amata cagnolona è un processo del tutto normale e che non ha bisogno d’essere curato in alcun modo, perché passerà da solo.
A volte la migliore terapia si rivela proprio essere l’attesa che la natura faccia il suo corso, senza preoccuparsi eccessivamente.